Tanto per cambiare, appena comunicata la squadra per i Mondiali di Pesca in Apnea del 2020, che si svolgeranno in Sardegna, ad Arbatax, dal 17 al 21 Settembre 2020, i commenti sono arrivati da tutte le direzioni, commenti spesso sfociati in polemiche, alcune molto dure contro il DT della Nazionale, Marco Bardi, e alcune anche con linguaggio e termini che non solo condanniamo con forza, ma proprio per la forma “sgarbata” mostrano automaticamente la loro totale mancanza di valore.

Però è anche giusto, nei toni e nei modi che si rispettino e di rispetto verso il DT della Nazionale, che comunque lavora intensamente e mettendoci la faccia per ottenere i migliori risultati per la Nazionale Italiana, capire meglio i motivi delle scelte di colui che, meglio di chiunque altro, può valutare il parco di campioni che abbiamo in Italia.

ApneaPassion: Marco, come sempre, ma ancora di più per un mondiale in casa, la responsabilità della decisione sulla squadra che gareggerà è alta e apre le porte sempre e comunque a polemiche. Anzitutto spieghiamo ai meno esperti perché la decisione con così tanto anticipo?

Marco Bardi: Per varie ragioni. Prima di tutto per avere la possibilità di poter fare un sopralluogo già da quest’anno nel campo di gara e verificare ciò che serve per affrontare questa competizione. Calcoliamo che già 5 nazioni hanno prenotato per 20-30 giorni quest’anno per prepararsi, e altre verranno magari per 10-15 giorni, a dimostrazione di quanto sia importante programmare. Lo facevamo sempre negli anni d’oro, ma poi abbiamo perso questa abitudine, anche perché nella maggior parte dei casi non c’era nessuno che aveva il coraggio di anticipare così i tempi. Sono consapevole che ciò comporti anche delle problematiche, ma gli atleti si sentono più sereni e motivati per cui è una scelta quasi obbligata. Questo non è uno sport come gli altri dove se corri i 400 metri in un certo tempo è chiaro che i primi 3 sono i più forti, qui ci sono molte sfumature che non rientrano affatto nei numeri tecnici o nei risultati individuali. Inoltre, attendere il prossimo campionato Italiano avrebbe significato fare tutto di corsa negli ultimi 2 mesi, con il rischio di stressare gli atleti e non consentire loro di prepararsi per tempo come i nostri avversari. Due volte è stato fatto l’esperimento di convocare 6 atleti con una selezione interna sulla zona di gara per scegliere i 3 titolari. Entrambe le volte ci sono state ripercussioni negative e mai un risultato buono. I risultati migliori sono sempre venuti quando si è scelto con largo anticipo i 3 titolari – anche la storia ce lo insegna.

AP: Corrias, Maccioni e De Mola, i primi due sardi, il terzo esperto profondista e abituee della nazionale. Spiegaci i motivi della scelta di ognuno di questi 3 indiscussi campioni.

MB: Spiegare tutti i motivi sarebbe lungo e anche riservato per cui posso solo dare delle indicazioni generali. Ogni gara è come una partita di calcio, non ce ne è mai una uguale all’altra e prima di tutto devi valutare che tipo di gara servirà, poi cercare di capire gli interpreti che possono essere più adatti. Il punto è proprio questo, ovvero su che basi scegliere gli interpreti. Capisco che per un appassionato sia spontaneo guardare solo i risultati dei Campionati nazionali, mentre per un DT ci sono almeno altre 20 cose da prendere in esame e sono altrettanto importanti. Dentro queste ci sono anche le esperienze dei singoli perché, come accade in altri sport. a volte possono essere meglio i giovani che hanno più entusiasmo e forza, ma altre volte l’esperienza di aver già fatto un certo tipo di gara aiuta parecchio ad affrontare gli ostacoli perché già li conosci, piuttosto che le pressioni che gli atleti possono avere dalle aspettative, oppure che sono capaci di sopportare. Contano le motivazioni che gli atleti potrebbero avere o che già hanno – il che fa molta differenza perché tutti si dichiarano motivati, ma poi solo in pochi riescono ad esserlo davvero, in altri casi è solo entusiasmo e sogno ad occhi aperti, che è molto dannoso. Il tempo disponibile, dove anche in questo caso tutti dichiarano di averne più che in abbondanza, ma poi se guardo i fatti vedo il contrario in molti casi. Lo stato di salute, che nessuno può avere per certo, ma si può solo ipotizzare. La capacità organizzativa, perché è molto importante e qualcuno ne ha da vendere mentre qualche altro è davvero carente. La conoscenza del posto può incidere poco o molto a seconda del tipo di gara e del campo. La concretezza, perché c’è chi si sente più forte degli altri ma non si accorge dei propri limiti e chi nemmeno valuta se è più forte ma lavora sui limiti per migliorarsi. L’organizzazione individuale, perché dietro una di queste gare c’è molta organizzazione sia individuale che di gruppo ed entrambe vanno di pari passo. L’adattabilità al campo di gara, perché non tutti sono sempre pronti per ogni competizione, c’è qualcuno più adatto di altri e qualcuno meno. L’adattabilità alla nazionale, perché non è più una gara dove puoi fare ciò che vuoi, ma è qualcosa da realizzare insieme ad altre persone, dove c’è da condividere e da confrontarsi e non tutti hanno queste doti allo stesso livello. Ci sono poi diversi aspetti mentali e caratteriali che nella gestione individuale non danno problemi perché l’atleta fa ciò che vuole, mentre in gruppo rischiano di danneggiare anche gli altri. Ci sono altri aspetti, ma come vedi è lungo descrivere tutto. Il problema, come dicevo, è che da fuori non si valutano nemmeno tutte queste caratteristiche e spesso non le sanno vedere nemmeno gli stessi atleti, per cui è la parte più difficile. Scegliere i primi classificati di un Campionato assoluto porterebbe a semplificare il mio difficile compito, ma farei un danno alla Nazione. Scegliere guardando tutto ciò potrebbe portare benefici alla Nazione, ma può scontentare chi fa il tifo. Anche io sono tifoso e capisco i meccanismi, ma quando vedo un CT o un allenatore che fa scelte diverse da quelle che penso io, mi rispondo che lui conosce ogni retroscena e vive l’ambiente giorno per giorno, io mi baso solo su sensazioni personali senza avere in mano le stesse carte, quindi alla fine mi dico che devo fidarmi. Se poi sbaglia tutto, è giusto che paghi.

AP: Puretti, Campione Italiano, riserva, Salvatore Roccaforte, molto polemico sulla scelta degli ufficiali, neppure convocato. Lasciando da parte i toni eccessivo di molte polemiche, con anche linguaggio che non merita alcuna considerazione e attenzione, dacci comunque un commento sui due atleti comunque eccezionali e sui punti di forza e sui limiti di entrambi, e magari spiega come la scelta è andata su altri tre, fortissimi, atleti.

MB: Per quanto riguarda Roccaforte non lo discuto tecnicamente e lo ritengo molto forte, però ha dimostrato di avere altre carenze che ho cercato di spiegargli in tutti i modi, ma non ci sono riuscito e me ne assumo tutte le responsabilità. Su quello che racconta credo non ci sia nemmeno bisogno di spiegare che sono tutte verità che esistono solo nella sua visione delle cose, ma nella realtà sono differenti. Preferisco spendere 2 parole in più su Puretti che è ad un passo dal diventare un punto fermo della nazionale anche se non sembrerebbe. Ho molta stima in lui, lo reputo tra i più forti e completi, ma ci vedo ancora qualche piccola sfumatura da perfezionare. Oltretutto, si è anche operato per dei problemi di compensazione e non ho la garanzia che siano del tutto risolti. Quindi non è una bocciatura, anzi è il contrario. Ho preferito fargli fare una esperienza come riserva per vivere da protagonista questo Mondiale, ma senza pressioni, senza l’obbligo di stare in acqua 8 ore al giorno e se un giorno avrà un problema di compensazione potrà stare sereno. Apprezzo molto anche ci sta lavorando sodo anche con l’aiuto di esperti del settore, a dimostrazione che ci tiene a superare gli ostacoli e credo che il prossimo Mondiale sarà anche in questa circostanza la prova definitiva per fare un salto di qualità anche dentro la nazionale. Se penso al futuro vedo lui in una nazionale forte che a mio avviso sta aprendo un nuovo ciclo – quindi chiedo pazienza sia a lui che ai suoi beniamini. Se è il Campione di cui tutti conosciamo le caratteristiche, saprà sacrificarsi, superare gli ostacoli e attendere il suo momento. Così diventerà ancora più forte di quanto non lo sia oggi.

AP: Giocare in casa è un vantaggio, ma anche un rischio, perché tutto ciò che non sia un primo posto non sarà sufficiente per molti, anche se chi conosce le competizioni di pesca in apnea sa che i risultati non sono matematici, il mare cambia di continuo e nulla è scontato. La Spagna, fortissima, in genere per un mese l’anno precedente alla gara, proprio nello stesso periodo dell’anno in cui si disputerà la competizione, viene ad allenarsi. Chi sono gli sfidanti più pericolosi e perché ?

MB: Tutto questo è vero, ma purtroppo lo dico da anni e nessuno sembra vederlo. In Italia abbiamo ancora il retaggio che si vinceva alla grande, ma erano altri tempi. Adesso sono tante le nazioni forti e competitive che hanno molte risorse umane ed economiche. Vincere è d’obbligo sono d’accordo, ma non è matematico anche perché è un campo difficile e ci sono squadre davvero forti. Comunque prendiamo il lato buono di tutto questo – ovvero che un Mondiale in Sardegna è sempre qualcosa di superiore alla media e quindi dovrà sussistere il principio: più è difficile la competizione più onore ai vincitori, chiunque saranno.