Apnea Passion ha intervistato Francesco Sacco, Team Meandros, atleta siciliano di Apnea Store, in collaborazione anche con S-Life, e del circolo I Love Pescasub di Palermo, che si sta preparando per il prossimo Campionato Italiano Assoluto di Pesca in Apnea, in programma il 27-28 giugno a Gallipoli. Una chiacchierata tra passioni, tecniche e aspettative, con uno sguardo sulle strategie che potrebbero fare la differenza in una competizione che si preannuncia tra le più combattute degli ultimi anni.

Apnea Passion Magazine: Quando e come è nata in te la passione per la pesca in apnea?

Francesco Sacco: L’acqua è sempre stata parte della mia vita. Fin da bambino, seguivo mio padre in mare e rimanevo incantato ad ascoltare i racconti di mio zio Carmelo, uno dei pionieri della pesca subacquea nel gruppo palermitano di Cecè Paladino. Le sue storie di catture epiche e immersioni avventurose hanno acceso in me una passione che non si è mai spenta. Appena ho raggiunto l’età giusta per poter usare il fucile, ho iniziato ad andare a pesca con mio cugino Francesco, un pescatore di grandissimo livello, anche se mai entrato nel mondo agonistico. È stato lui a trasmettermi le prime nozioni tecniche e a farmi capire la bellezza e la difficoltà di questa disciplina. L’approccio più moderno e metodico alla pesca in apnea, quello da ‘pescatore 2.0’, lo devo invece a Igor Bisulli, che mi ha fatto scoprire un nuovo modo di interpretare il mare. A seguire, il confronto con alcuni tra i più forti pescatori siciliani mi ha permesso di affinare tecnica e strategia, consolidando il mio percorso fino all’agonismo di alto livello.

AP: Quali sono le tecniche di pesca che prediligi e quali prede ami catturare?
Francesco Sacco: Mi piace praticare tutte le tecniche di pesca, adattandomi alle condizioni del mare e del fondale, ma se dovessi scegliere quella che più mi rappresenta, direi senza dubbio la pesca in tana. L’adrenalina che provo quando mi affaccio su una tana piena di grosse corvine o quando riesco a sorprendere un dentice è qualcosa di unico. Ogni tana è una sfida, e la capacità di interpretare i segnali del fondale e del pesce fa la differenza tra il tornare a mani vuote o portare a casa una cattura memorabile. C’è ancora una preda che mi manca nel mio palmarès: una grande ricciola. È un obiettivo che mi affascina e che spero di raggiungere presto. La loro potenza e velocità ne fanno un avversario straordinario e conquistarne una sarebbe una soddisfazione immensa.

AP: Quali motivazioni ti spingono a partecipare alle competizioni?
Francesco Sacco: L’agonismo è sempre stato parte della mia vita. Ho iniziato da piccolo con il nuoto e non ho mai smesso di sentirmi un atleta. La pallanuoto è stata lo sport che mi ha cresciuto e formato sotto l’aspetto agonistico: disciplina, sacrificio, strategia e spirito di squadra sono valori che mi porto dietro ancora oggi. Quando ho deciso di ‘appendere la calottina al chiodo’, ho cercato una nuova sfida in cui convogliare la mia energia competitiva, e la pesca in apnea è diventata il mio campo di battaglia. Credo fermamente che le competizioni siano l’essenza di qualsiasi sport, e per la pesca in apnea rappresentano anche il miglior modo per fare esperienza nel minor tempo possibile. La gestione dello stress, la capacità di adattarsi rapidamente al campo gara e la lettura delle condizioni marine sono abilità che solo il confronto con altri grandi atleti può affinare. È un processo di crescita continua che mi stimola a migliorarmi ogni giorno.

AP: Come ti stai allenando in vista dei prossimi Assoluti? Conosci già il campo gara? Cosa ne pensi?
Francesco Sacco: Il mio lavoro e, soprattutto, gli impegni familiari non mi permettono di essere costante nelle uscite in mare come vorrei. Tuttavia, riesco a ritagliarmi del tempo prezioso durante la pausa pranzo, cinque giorni su sette, per nuotare e fare preparazione atletica di base. Questo mi permette di mantenere una buona condizione fisica e di rientrare in acqua senza particolari traumi quando riesco a ritagliarmi una sessione di pesca. Per quanto riguarda il campo gara, non ho mai pescato a Gallipoli, ma nel 2023 ho partecipato agli Assoluti di Santa Maria di Leuca, i cui campi gara si estendevano fino a Torre San Giovanni. Conosco quindi abbastanza bene le caratteristiche del fondale pugliese. Il grotto di quelle zone è davvero affascinante e ricco di insidie. La differenza la farà la capacità di individuare e sfruttare al meglio le oasi profonde, quei punti strategici in cui i pesci si concentrano. Sarà una competizione impegnativa, dove ogni minimo dettaglio potrà fare la differenza tra un buon piazzamento e un risultato anonimo.

AP: Un tuo pronostico: chi saranno i primi cinque atleti del prossimo Assoluto?
Francesco Sacco: Quest’anno gli Assoluti vedranno al via un numero di atleti superiore alla media, e tanti di loro hanno le capacità per puntare al titolo. I ragazzi pugliesi avranno un vantaggio importante: oltre ad essere ottimi pescatori, conoscono benissimo la zona e questo sarà un fattore determinante. Luigi Puretti, in particolare, avrà una motivazione extra, essendo assente dalla competizione da due anni per motivi diversi. Oltre a lui, vedo tra i favoriti Giacomo De Mola, che è semplicemente un fenomeno nella pesca profonda, e Fabio Dessì, campione in carica e sempre protagonista nelle ultime edizioni. Un altro nome da tenere d’occhio è Giuseppe Gentilino, che ha dimostrato di saper vincere in queste acque e potrebbe dire la sua anche quest’anno. Infine, Stefano Konjedic mi ha impressionato molto nel precedente campionato e penso che potrà fare una grande gara. In definitiva, sarà una competizione apertissima, dove esperienza, strategia e preparazione fisica saranno fondamentali per emergere.
