Condividere la passione per la pesca in apnea con un amico è cosa abbastanza comune. Condividere questa passione con un compagno di vita è assai più raro, ma non impossibile.  È il caso di Francesco Rossi e di Sandra Osorio: laziale e appena qualificatosi ai Campionati Italiani Assoluti del 2025, lui; spagnola e atleta del Team Mares Spagna, lei.  Francesco e Sandra sono coppia nella vita e coppia nelle loro battute di pesca in apnea. Li abbiamo intervistati per conoscerli meglio.


Apnea Passion Magazine: Sandra raccontaci, intanto, come vi siete conosciuti.

Sandra Osorio: Bene, come tutti i buoni pescatori, ci siamo incontrati parlando di pesca. La verità è che quando si condivide la stessa passione è facile entrare in sintonia e lo è ancora di più quando si scopre di condividere più aspetti della vita. Abbiamo parlato per mesi, finché, finalmente, ci siamo incontrati davvero e una volta che siamo arrivati ​​a quel punto non c’era più modo di tornare indietro, e nonostante la distanza fosse significativa l’abbiamo superata e fino ad ora abbiamo superato ostacoli e siamo cresciuti insieme. In questo momento abbiamo molti progetti in mano: abbiamo comprato un barca che stiamo ristrutturando e, grazie alla bravura di Francesco, credo che, in questo 2025, sarà il nostro “carro armato” in acqua. Speriamo di fare grandi catture insieme. Inoltre, Francesco è un sognatore appassionato come me e abbiamo nuovi progetti che stiamo proponendo nel club e speriamo di realizzarli, anche se ci vorrà del tempo.


Apnea Passion Magazine: Francesco, è più facile praticare questo sport con una compagna di vita che condivide la stessa passione? Raccontaci pro e contro (se ci sono).

Francesco Rossi: Assolutamente sì. Almeno per il nostro caso. Poi dipende non possiamo sapere tutto di tutti o ognuno ha il suo modo di vivere le cose però, per me per Sandra, è molto facile. L’unica cosa che ci divide sono un po’ gli orari di lavoro: lei ha un lavoro con degli orari prefissati io invece sono un piccolo imprenditore quindi posso gestire il mio tempo. Io sono sempre più disponibile rispetto a lei ed incastro il mio tempo con la sua disponibilità.
Devo dire che ci organizziamo sempre al dettaglio per poter andare a mare insieme: c’è chi prepara il pranzo o la cena in base all’ora a cui ritorniamo e mangiamo fuori; chi prepara il gommone, chi prepara le cose da pesca, chi va a prendere l’altro. Insomma ci dividiamo i compiti per riuscire ad avere più tempo possibile per poter stare insieme e andarcene a mare. Devo dire che quest’estate, quando Sandra è arrivata qui in Italia, siamo andati veramente tante tante volte a mare, dopo il suo lavoro spesso, grazie al fatto che il sole mantiene luce fino a tarda sera. Ci siamo fatti delle bellissime pescate al calasole e che insomma non dimenticheremo mai.

Foto di pesca con Francesco Rossi e Sandra Osorio


AP: Francesco, raccontaci quale tecnica di pesca prediligi e quali sono le prede che preferisci insidiare.

FR: In realtà io non ho una tecnica che prediligo: a me piacciono tutte quante e sono un grande appassionato della pesca all’aspetto, della pesca all’agguato e come anche della pesca in tana. Tant’è che, spesso e volentieri, durante le mie pescate, il mio modo di pescare è abbastanza dinamico. Magari scendo con il con il 75, o con un 90 con la tahitiana, inizio con un aspetto, ma poi magari c’è una parte che mi interessa e riesco ad arrivarci facendo un piccolo agguato e poi guardare in una tana. Oppure potrebbe capitare che inizio con un quattro punte, con una pesca di ritmo e finisco poi per fare l’aspetto, sempre con il quattro punte, davanti a un piccolo passaggio o un pertugio. La cosa che in assoluto mi piace, più di tutto, è la profondità. Applicare anche queste tecniche in profondità: quella è una cosa che mi piace tantissimo. Allo stesso tempo, poi, mi piace praticare la pesca nella schiuma, in 1,5 m d’acqua. Quindi, se devo proprio dire, non c’è una tecnica che prediligo ma prediligo diciamo il contesto: o tanta profondità o acqua molto bassa.


AP: Sandra, stessa domanda per te:

SO: La verità è che non sono molto brava all’aspetto, ma sono brava a cercare o avvicinare i pesci. In Galizia, per esempio, mi piace molto pescare in tana o in mezzo alle alghe, dove si possono trovare pesci molto interessanti. Tuttavia, qui in Italia, almeno nella mia zona, non ci sono alghe alte e spesse come le nostre, quindi pratico di più l’agguato e pesco in tana. Non ho una preda preferita, anche se preferisco sempre pescare quello che mi piace di più mangiare. Certamente una preda è tanto più soddisfacente da pescare quanto maggiore è la difficoltà che comporta la sua cattura. Se dovessi dirlo, direi le corvine. Sono deliziose e ogni volta che le trovo mi insegnano qualcosa di nuovo e mi costringono a perfezionare la mia tecnica se voglio ottenere una buona cattura.

Francesco Rossi e Sandra Osorio in gommone prima di scendere in acqua


AP: Sandra tu hai praticato la pescasub in Spagna. Li, il movimento della pescasub femminile è molto sviluppato. In Italia, la Martinelli sta lavorando in modo eccellente per far crescere questo movimento. Cosa pensi serva all’Italia per promuovere, ancora di più, questo sport al femminile?

SO: Per esperienza direi che ciò che aiuta di più ad aumentare la partecipazione è sostenersi ed incoraggiarsi a vicenda. In Galizia ero solo io e oggi siamo in 4 a competere nella competizione nazionale. Tiziana, secondo me, sta facendo davvero bene. ha creato un gruppo che sta favorendo il rapporto tra noi, aiutandoci a entrare in contatto e, soprattutto, ci aiuta anche a migliorare come pescatori e atleti. Ha sempre una parola di incoraggiamento e un sorriso che, anche se può sembrare banale, in realtà, è molto importante. Inoltre, trovo che gli stage che organizza siano fantastici. L’unico punto che vedo che potrebbe essere migliorato è la mancanza di aiuti finanziari in queste cose. In Spagna, ad esempio, facciamo campi di allenamento, corsi e attività che sono sovvenzionati per aumentare la partecipazione, poiché questo sport è piuttosto costoso e non tutto il mondo può permetterselo. Ma nel complesso penso che l’Italia stia andando nella giusta direzione e con Tiziana alla guida della squadra femminile, la situazione non potrà che migliorare.


AP: Francesco, tu e Sandra siete entrambi atleti dell’Apnea Team Roma. Un ambiente che sicuramente è ricco di bravi pescasub. Chi sono stati negli anni i tuoi riferimenti nel Circolo ed, in generale nell’ambiente laziale della pesca in apnea?

FR: Sono appena tre anni che indosso maschera, pinne, boccaglio e fucile e quindi non mi sento di dire in questi anni come se fosse chissà quanto. Però i miei riferimenti sono, primo tra tutti, Guido Quaglia, che mi ha accolto nell’Apnea Team Roma, proprio come un figlio, e mi ha portato con lui, già dopo pochi giorni dalla mia iscrizione, e mi ha insegnato ad usare i fucili corti, a fare la pesca in tana.  Io lo guardavo e cercavo di capire quello che faceva. Lui mi spiegava cosa fare, i tempi, e tutto quanto. Dopodiché, dopo essere andati un paio di volte a pescare insieme, mi ha portato a pescare con Andrea Petrucci, che è il nostro commissario tecnico, che mi ha mi ha proprio svezzato. Mi ha fatto sognare vederlo in azione: qualcosa di incredibile! Sembrava una piuma dentro l’acqua e io rimasi prima a bocca aperta e dissi: «voglio essere come lui!».
Poi c’è Roberto Praiola che, praticamente, è il mio confessore fidato al telefono. Ci facciamo lunghissime telefonate, ed è sempre disponibilissimo, ed è sempre pronto, sia con la battuta che nell’infondermi il coraggio e la grinta; a dirmi: «Dai, non mollare! Dai forza! Sono convinto che ce la fai!».
E finisco con Giulio Cavaliere che, oltre che come un fratello, sia lui che Alessandro Colonna, mi hanno portato e mi hanno proprio seguito passo passo, in tutto, dall’inizio alla fine, fino ad oggi .
Con Giulio abbiamo già condiviso – sembra assurdo – due campionati, ai quali ho partecipato come suo barcaiolo. Al suo di Seconda, e, poi, a quello di Prima, ed è stata un’esperienza che mi ha proprio cambiato tantissimo. Poi lui è venuto invece con me a fare la seconda categoria a Trapani. Lui è il mio compagno di pesca e il mio riferimento come pescatore nel Lazio. Oltre agli amici dell’Apnea Team, voglio anche citare Emanuele Verri, che è un amico ed è sempre molto carino con me. Io lo bombardo sempre di chiamate e di interrogatori su strumentazione, su pesca e su tante altre cose, ma ci facciamo delle belle chiacchierate al telefono anche con lui.

Francesco con il compagno di pesca Giulio Cavaliere


AP: Sandra, tu sei atleta del Team Mares, ed hai partecipato alle gare selettive del Lazio. Possiamo prevedere una tua partecipazione ai Campionati Assoluti italiani?

SO: Bene, avevo parlato con Tiziana, e con la mia compagna di pesca Chiara, per partecipare quest’anno. Sembra un’esperienza molto arricchente e mi piacerebbe farne parte. Sono certa che mi aiuterebbe a imparare ancora di più. Ma purtroppo quest’anno e date dei campionati nazionali italiani e spagnoli coincidono, quindi posso andare solo a uno dei due, e il mio cuore è ancora spagnolo. Quindi quest’anno potrò fare solo le gare selettive, ma ovviamente, se il prossimo anno ne avrò l’opportunità, ci andrò.


AP: Francesco, con due giornate molto regolari, lo scorso settembre hai conquistato il passaggio agli Assoluti 2025. Giugno non è così lontano, come pensi di organizzare gli allenamenti e la preparazione per il Campionato di Puglia?

FR: Questa domanda è molto difficile perché è stato un fine anno molto intenso. Sto restaurando il mio gommone, lo sto preparando per il campionato, quindi sto realizzando tutto ciò che mi necessita per essere pronto, e soprattutto preciso, durante una gara così importante. È la mia prima esperienza ad un assoluto e, quindi, devo dire che non mi aspetto niente, ma ce la metterò tutta e fino alla fine senza mollare. Sarà sicuramente un’esperienza fantastica. Non vedo l’ora, non sto nella pelle.
Per quanto riguarda gli allenamenti, sto variando, con una preparazione abbastanza intensa che è iniziata poche settimane fa, con degli allenamenti aerobici a corpo libero, con della statica e andando, soprattutto, molto a mare. Sono stato fuori dall’acqua per circa un mese, appunto per restaurare questo gommone, ma adesso sono ritornato a riprendere in mano la situazione.
Per quanto riguarda il campo gara in Puglia, non avendoci mai pescato, sto cercando di raccogliere tutte le informazioni possibili da amici e persone che mi sono vicine.
Sostanzialmente, quando metterò la testa sott’acqua, cercherò di creare una buona strategia per contrastare l’immensa bravura degli atleti che compongono sempre quello zoccolo duro, là sopra. Mostri sacri che fanno paura e di cui spero di essere all’altezza. Spero anche di divertirmi – e questa è la cosa più più importante – senza pensare poi a chissà quale risultato. La cosa importante è soprattutto questa: divertirsi e viverla con lo spirito di una passione e non di un’ossessione.

Francesco Rossi e Sandra Osorio con due belle prede