Il prestigioso Master50+ di Palma di Maiorca, competizione nella competizione del Semana Master, si è concluso con una straordinaria vittoria del Team Italia Sud. Il team, composto da Nicola Riolo e Raffaele Loprete, ha dimostrato tenacia e talento in una competizione ricca di colpi di scena. La gara non è stata priva di difficoltà, ma i due atleti italiani hanno saputo mantenere la concentrazione e sfruttare al meglio ogni opportunità. Un percorso di sacrificio, resistenza mentale e determinazione che li ha visto imporsi con oltre 30 prede valide, un punteggio straordinario e un lavoro di squadra impeccabile.
Sentito Riolo, appena “sceso” dal podio, non potevamo non salutarlo senza il classico “il Lupo perde il pelo…”.
Dopo le meritate congratulazioni, gli abbiamo strappato una promessa: un racconto, di pancia; una narrazione di questo Master50+, così come lo vede Riolo, con l’agonismo che gli scorre, ancora bollente, nelle vene.

Un inizio in salita
“Partenza fonda su 2 cernie bianche grosse…sparite, volatilizzate da un giorno all’altro. Morale già vacillante ma sempre concentrati. Stavamo vedendo sfumare la concreta possibilità del carniere da 60.000 punti che ci eravamo posti come obiettivo. Ma avevamo altre due bianche da controllare. Meno semplici da catturare ma poi chissà…”, ha dichiarato Nicola.
La gara si è rivelata una vera battaglia contro le condizioni avverse e l’imprevedibilità del campo di gara.
“Altro spostamento su due gronghi e 2 scorfani altrettanto fondi…i gronghi si incastreranno entrambi e di scorfani soltanto quello da 9 etti…quello da oltre 2kg è sparito, maledizione! È passata 1 ora di gara quando i serpenti e lo scorfano sono a bordo. Adesso dobbiamo chiudere le 7 corvine per prendere il bonus e tirare su il morale. Purtroppo nei 5 spostamenti seguenti, le nostre corvine sono volatilizzate..sparite!”, ha raccontato il vincitore.
“Sembra tutto in salita. A seguire decidiamo di fare i tuffi seguenti in un altro spot fondo con dei saragoni e 1 corvina di oltre 2kg… Deserto anche questo! C’è una strana corrente che ha portato acqua torbida sul fondo e il pesce sembra migrato chissà dove. In un ultimo tuffo, Raffaele riesce comunque a centrare un bel sarago.”
Nonostante le difficoltà iniziali, Nicola e Raffaele non hanno mai perso la determinazione.
“Dobbiamo restare ancora concentrati. Si, sono già passate 2 ore di gara ma siamo fiduciosi sul fatto che abbiamo ancora altri due terzi di gara da fare. Restiamo calmi e decidiamo di provare su un’altra cernia bianca al passaggio. Un tuffo…un’altro e un’altro ancora per avere la certezza che anche questa non è in casa…”, ha spiegato l’atleta.

“Cambiamo strategia di corsa…troppi pochi pesci a bordo. Scappiamo a terra in una zona bassa dove abbiamo visto qualche pesce sotto una lamiera sperduta in pochi metri d’acqua. Un sarago e un marvizzo messi a bordo in un tuffo e subito uno spostamento indietro verso la partenza per provare a prendere qualche cefalo. Subito ne prendiamo due ma ci rendiamo conto che col mare calmo e l’acqua estremamente limpida a terra, sarà un impresa avvicinarli a tiro.
Sorprendentemente riusciamo a prenderne 10 in mezz’ora…tutti grossi, bene!”
La svolta della gara
La svolta è arrivata nei momenti finali della gara, quando l’esperienza e la preparazione del team hanno fatto la differenza.
“Mi prendo un po’ di fiducia e dico alla squadra che mi sento pronto per fare il tuffo sull’ultima bianca a nostra disposizione. È la più piccola delle 4 ed è anche la più difficile e la più profonda ma sto bene e mi sento pronto.
Raffaele vigila sul mio tuffo e parto verso il fondo col piombone in mano. La vedo che scoda nervosa e fa un gran polverone all’ingresso. Speravo di sorprenderla in caduta ma niente. Poggio il piombo sul fondo fangoso e mi fermo all’aspetto dritto davanti all’ingresso della tana. Solo un gran polverone ma sto bene e aspetto. A un tratto inizio a intravedere la sagoma scura della testa che si avvicina lentamente verso l’ingresso della tana.
Ora! Premo il grilletto. È presa in testa ma vedo che non è presa bene e si dimena come una pazza. Devo afferrarla o si strappa. Ci riesco quasi subito mettendo la mano sinistra tra le branchie e inizio la risalita.
Sto benissimo e l’adrenalina per la svolta che inizia a prendere la gara mi sostiene benissimo.
Raffaele in superficie capisce tutto ed è già pronto col coltellino in mano.
Interviene prontamente e il pesce viene passato a Massimo e Gioacchino a bordo e si riparte. Il morale adesso è alto. Non abbiamo trovato i cernioni dei giorni precedenti, il secondo grongo in peso, le nostre corvine e lo scorfanone gigante ma siamo comunque ottimisti per il prosieguo della gara. Facciamo un altro spostamento a terra per non prendere il libeccio in faccia, che intanto è diventato teso e ha alzato un’onda complicata per l’andatura di prua che dovremmo seguire per gli spostamenti seguenti.

In poca acqua prendiamo comunque in un tuffo una salpa valida e uno scorfano sotto peso di poco. Adesso inizia il bello. Siamo a fine gara, manca un’ora appena ma abbiamo in sequenza una serie di spostamenti in cui confidiamo molto. Scopriremo alla fine che in zona ci sono già passate tutte le altre squadre. Raffaele e Gioacchino sono carichi e fiduciosi. Massimo ha studiato a memoria gli spostamenti che faremo a nuoto negli ultimi 40 minuti di gara. Io sono una belva. So che adesso devo tirare fuori gli attribuiti e fare tutto alla perfezione. Nessun margine di errore per noi. Ogni pesce preso o perso può fare la differenza nella sfida per la vittoria. Iniziamo subito bene. Sarago e tordo in rapida sequenza. Il ritmo è impressionante. Siamo in 15 metri d’acqua e quasi non ci ventiliamo prima del tuffo seguente.
Nei 40 minuti che restano a nostra disposizione ‘per defaticare’, prenderemo la bellezza di altri 12 tordi e altri 4 saraghi.“

Un titolo meritato e un trionfo personale al Master50+
Alla fine, la squadra di Nicola ha chiuso la competizione con un carniere impressionante, nonostante le condizioni difficili. “Mamma mia che gara! Abbiamo capito di aver fatto una buona prestazione. Mancano cernia, grongo, scorfano e corvine che, come da programma realistico, ci avrebbero fatto superare comodamente l’obiettivo dei 60.000 punti che avevo confidato la sera prima ai miei amici più stretti. Una gran bella prova comunque.”
Il Riolo “senza-filtri-sempre” aggiunge: «Le mie considerazioni finali sono piuttosto semplici. Abbiamo fatto un signor mondiale di categoria. Con due soli giorni di preparazione abbiamo raggiunto lo stesso punteggio col quale al Master e al Master Open si è conquistato il terzo gradino del podio e abbiamo rischiato di portare al peso tanto altro pesce.
Personalmente vado fiero della mia prestazione e del gruppo fortissimo e coeso in ogni reparto. So perfettamente di essere in possesso di un dono, di un talento innato forse. So bene di averlo trascurato nel tempo per via delle tante delusioni che mi hanno segnato profondamente e del tempo che passa e sostituisce inevitabilmente le nostre priorità. Ma so altrettanto chiaramente che sono andato a prendermi uno dei tanti mondiali che mi sono stati negati quando non ero il vero Riolo.»

Con questa vittoria, Nicola Riolo scrive il proprio nome nella storia del Master 50+, dimostrando che la passione e la determinazione non conoscono età. “Non con la Federazione italiana ma con quella delle Baleari. Non con la nazionale ma con la ‘mia’ fantastica squadra. Non quando ero una macchina da guerra ma adesso… Adesso, si, soltanto adesso, a 62 anni. Con tutti i miei acciacchi, i miei problemi e con una parte di me che mi dice «ma hai ancora bisogno di capire chi sei?».
Me lo sono andato a prendere, quel mondiale, perché sono sempre stato convinto che mi spettava!”.
Un campione senza tempo, un’impresa da leggenda.
