Fabio Tonazzini è uno di quegli atleti che il mondo della pesca in apnea ha imparato a conoscere e rispettare. Toscano, classe 1984, del circolo Centro Sub Alto Tirreno, Fabio si è guadagnato con grinta e determinazione il passaggio in Prima Categoria grazie a un eccellente 15° posto conquistato a Trapani nel 2024. Ora si prepara ad affrontare il prossimo Campionato Italiano Assoluto di Pesca in Apnea, in programma a fine mese nelle acque di Gallipoli. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare il suo percorso, la sua passione e le sue aspettative.

Fabio Tonazzini dentici e barracuda

Apnea Passion Magazine: Quando e come è nata in te la passione per la pesca in apnea?

Fabio Tonazzini: La mia passione per il mare affonda le radici negli anni ’97-’98, quando mio padre mi portò a seguire un mini corso subacqueo con il Centro Sub Alto Tirreno, che è tuttora il mio circolo di appartenenza. All’epoca si utilizzavano le bombole, e infatti affrontai anche il corso ARA durante l’inverno successivo. Tuttavia, sentivo che mancava qualcosa. La magia del mare non si esauriva per me nella sola immersione con autorespiratore.

Fu in quel periodo che conobbi un gruppo molto affiatato di pescatori in apnea, tra cui il leggendario “Nuccio”, che mi invitò a provare la pesca in apnea. Fu amore a prima vista. Da lì è iniziato tutto: le dighe di Marina di Massa divennero la mia palestra, la mia scuola. Ricordo che pescavo in pochi metri d’acqua, al massimo tre, cercando di insidiare muggini e salpe. La mia prima vera cattura fu un muggine da 290 grammi: uscii dall’acqua con una gioia che difficilmente potrò dimenticare, come se avessi preso il pesce della vita. E in un certo senso lo era: era l’inizio del mio cammino.

Fabio Tonazzini con un carniere di saraghi

AP: Quali tecniche di pesca prediligi e quali sono le prede che preferisci insidiare?

Fabio Tonazzini: Pesco spesso nel tratto spezzino della Liguria, un ambiente dove la visibilità subacquea non è mai eccessiva e le condizioni impongono di lavorare bene nei primi dieci metri d’acqua. In queste situazioni, prediligo la tecnica del razzolo, esplorando il fondo alla ricerca di saraghi e altre prede stanziali. È una tecnica che richiede pazienza, precisione, capacità di lettura del terreno e del comportamento del pesce, ma è molto redditizia, soprattutto nei mesi invernali.

Negli ultimi anni, però, ho iniziato ad affinare sempre più anche la tecnica dell’aspetto, soprattutto per cercare l’incontro con grandi pelagici di passo e qualche dentice, che sebbene siano piuttosto rari nelle mie zone, restano sempre prede affascinanti e tecnicamente impegnative. Quando posso, organizzo anche qualche uscita all’Isola d’Elba, che offre fondali più profondi e variegati.

Tra le prede, ho una vera predilezione per il sarago, un pesce che non mi stanca mai di cercare e studiare. E poi, come dicevo, mi sto dedicando con crescente attenzione al dentice, una vera sfida per ogni pescatore.

Fabio Tonazzini con un bel Faraone


AP: Cosa ti spinge a partecipare alle competizioni di pesca in apnea?

Fabio Tonazzini: Sono cresciuto con lo sport nel sangue: per molti anni ho praticato calcio a livello giovanile professionistico, dove la mentalità agonistica è un aspetto fondamentale. La competizione è qualcosa che ti porti dentro, è una spinta interiore a migliorarti sempre, a cercare il confronto con te stesso e con gli altri.

Quando ho scoperto che esistevano le gare di pesca in apnea, non ho esitato a mettermi in gioco. Partecipare alle competizioni mi ha aiutato moltissimo anche sotto il profilo mentale: impari a gestire la pressione, a ragionare tatticamente, a conoscere meglio i tuoi limiti e a superarli.

Negli ultimi tre anni, grazie a un cambiamento positivo nella mia vita lavorativa che mi ha permesso di avere qualche domenica libera in più, sono riuscito ad allenarmi con più costanza e a raccogliere i primi veri frutti, qualificandomi e salendo finalmente in Prima Categoria.

Fabio Tonazzini con un bel carniere misto

AP: Come ti stai preparando per gli Assoluti di Gallipoli? Conosci già il campo gara?

Fabio Tonazzini:
Il mio principale allenamento è stare in mare. Ho la fortuna di poter uscire molto spesso, e credo che il contatto costante con l’acqua sia la chiave per crescere e mantenere un buon livello di forma. Proprio in questi giorni sono stati ufficializzati i campi gara, e uno in particolare mi ha colpito: è molto profondo e mi costringerà ad aggiungere un nuovo tassello al mio repertorio per poter essere competitivo anche lì.

Capisco bene, anche da ex organizzatore, quanto sia complesso accontentare tutti e trovare soluzioni equilibrate. Per questo motivo, ringrazio sin da ora chi lavora dietro le quinte, investendo tempo ed energie per farci vivere questi eventi. Alla fine, qui nessuno guadagna milioni: lo facciamo per passione, e chi rende possibile tutto questo merita solo rispetto.

Una magnifica ricciola

AP: Un tuo pronostico: i primi cinque atleti, in ordine sparso, del prossimo Assoluto

Fabio Tonazzini: Sarà un campionato particolare, anche per via della grande partecipazione. Tra i favoriti vedo sicuramente Giacomo De Mola e Luigi Puretti, due nomi che parlano da soli. Sono curioso di vedere come si comporterà Fabio Dessi, che già a Leuca aveva dimostrato di poter stare nel gruppo di testa, con distacchi ridottissimi. E poi ci sono atleti come Fazzolari e Gentilino, che riescono sempre a rendere la vita difficile a chiunque, con prestazioni solide e sorprendenti.

AP: Fabio utilizzerai mute Tecnoblu anche per questi assoluti, parlaci delle loro qualità peculiari

Fabio Tonazzini: Uso mute Tecnoblu da più di 15 anni. Mi trovo molto bene con Piero Scelfo, con il quale, dopo tutti questi anni, è nato anche un vero rapporto di amicizia. Piero ha sempre più che soddisfatto le mie necessità, specialmente negli ultimi periodi, dato che, non riuscendo ad indossare il sottomuta, spesso chiedo spessori differenziati. Per l’ultima giacca realizzata e con la quale affronterò il campionato, Piero ha usato neoprene da 6.5 millimetri, con braccia e testa da 5.
In generale, come in questo caso, io lo chiamo, chiedo e lui mi accontenta con il materiale migliore per le mie esigenze.
Ad oggi sembra scontato specificarlo, ma non ho mai avuto problemi.