Non solo Assoluto, ma anche Mondiale, per il DT Marco Bardi, ma i suoi occhi attenti saranno presenti a Gallipoli per studiare gli atleti che parteciperanno all’Assoluto 2025. Ciò, nonostante i giochi per la selezione degli atleti che andranno al Mondiale in Brasile saranno già fatti. Questa, infatti, è da sempre la scelta del DT, che vuole organizzare la squadra con buon anticipo sulle gare internazionali, Mondiale e Euro-Africano, per permettere agli atleti di organizzarsi al meglio, e impostare i lavori di preparazione del Team. Abbiamo intervistato Marco Bardi per conoscere le sue sensazioni su questo Assoluto e sul Mondiale.

Carlo Forni: Oramai è dal 2016 a Siros che sei DT della nazionale, il futuro?
Dal 2016 ad oggi ho ininterrottamente ricoperto questo ruolo che avevo già fatto in passato con i Mondiali del 2008 in Venezuela, ma avevo subito dovuto abbandonare per varie ragioni, per cui sono 10 anni totali di cui 9 consecutivi e credo che nessuno sia stato in questo ruolo così a lungo. Credo che ad un certo punto sia anche giusto cambiare la guida tecnica sia per valutare nuove idee che per inserire qualcuno che abbia nuova linfa. Chi è all’interno sa bene che lo ho proposto già da anni, ma vedo che non c’è la voglia di accettare questo cambiamento. Sento la stima e la fiducia che mi rendono fiero e orgoglioso di quanto è stato fatto. Credo che chiunque verrà dopo di me troverà un gruppo di atleti competitivi e predisposti per una nazionale che ha già ricambi per gareggiare a lungo ad alti livelli. A volte sono io che motivo i ragazzi e a volte sono loro che motivano me, per questo siamo un bel gruppo e lasciarli sarebbe come tradirli, ma sarà inevitabile.

Marco Bardi ai Mondiali 2023 di pesca in apnea in Spagna, scherza cercando di far apparire più grande un pesce balestra

CF: Un breve bilancio fra successi, difficoltà, cose che oggi faresti diversamente e cose che invece ti rendono fiero di quanto hai fatto con la nazionale.
Marco Bardi: L’obiettivo iniziale era quello di risollevare la Nazionale dopo alcuni anni di declino totale, tanto che mi ricordo i commenti di quei tempi che erano molto critici e arrendevoli, ovvero non abbiamo più atleti forti, siamo allo sbando e così via. I risultati sono arrivati fin da subito e si sono mantenuti più o meno costanti, abbiamo vinto sia Mondiali che Euro- Africani, siamo giunti più volte secondi e terzi, insomma siamo stati probabilmente i migliori, di questo ultimo decennio, ma quello che reputo il risultato più importante è la ricostruzione del gruppo nazionale. Quando ho iniziato questo percorso c’era l’anarchia totale, egoismo ed individualismo erano i punti deboli che avevano portato al declino. Non è stato facile ricreare un ambiente sano, unito e pieno di entusiasmo. Sono serviti tempo, fatica e inevitabili polemiche, ma alla fine contano i risultati.

Marco Bardi, della C4 Carbon, con un bel dentice

CF: L’Assoluto 2025 avrà potenzialmente oltre 50 atleti uomini, un record. Bello! Nasce da difficoltà scaturite lo scorso anno sulle quali non torniamo. Ma come sarà questo assoluto?
Marco Bardi: Chiaramente più atleti in acqua creano una maggiore concorrenza e obbligano ad ingrandire i campi di gara, ma la zona prescelta si presta a far gareggiare un numero così sostanzioso. Dal mio punto di vista il fatto che finalmente si potranno vedere all’opera tutti e in condizioni ottimali è il meglio che si possa sperare. Credo che sarà un Campionato combattuto ed entusiasmante.

Carlo Forni: Le competizioni di pesca in apnea sono criticate dai meno attenti che vedono le gare come qualcosa dove si vince uccidendo i pesci. Quale è la tua posizione?
Marco Bardi: Ovviamente ci sono pesci catturati, ma esistono anche altre discipline agonistiche dove si fanno cose sulle quali si potrebbe discutere, ad esempio lo stesso calcio dove gli atleti se le danno di santa ragione, fingono, discriminano e hanno atteggiamenti spesso poco educativi – oppure il pugilato dove si danno vere e proprie mazzate, formula uno o moto GP dove ci scappa spesso l’incidente grave e così via. Forse per qualcuno sarebbe meglio giocare solo a bocce. Nell’agonismo di pesca in apnea ci sono regole ben precise con dei limiti di cattura, poi il pescato secondo i dettami della FIPSAS va elargito in beneficenza (come accadrà in modo chiaro nel prossimo Assoluto del 2025 ndr.). Inoltre, vedo addirittura migliorativo il confronto tra un gruppo di agonisti che segue delle regole con limiti di tempo, misure minime da rispettare e pesci protetti da non catturare, in confronto a un gruppo di pescatori che vanno ognuno per conto proprio e catturano quello che vogliono. Infine, le competizioni hanno permesso anche la ricerca scientifica per analizzare dati importantissimi, cosa impossibile senza regolamentazioni tipiche di una competizione.

Marco Bardi in acqua con un bel dentice appena sparato

CF: Commenti sul campo gara e qualche pronostico sui primi 5 atleti?
Marco Bardi: Nessuno può sbilanciarsi, perché ci sono molti atleti bravi e il campo di gara è aperto a tutti, poi inevitabilmente ci sono le sorprese. Posso dire che la maggior parte di nomi saranno quelli che tutti immaginano, ma credo che almeno una sorpresa ci sarà. Posso esprimere un parere tecnico, ovvero faranno bene quelli che sapranno organizzarsi al meglio sia prima che durante la preparazione, e sapranno gestire al meglio la strategia di gara. Serviranno doti come elasticità mentale, ecletticità tecnica per cambiare radicalmente e farsi trovare pronti ad ogni evenienza, perché poi con 50 atleti in gara cambiano le situazioni. Una su tutte, il fatto che qualunque posto trovi rischi di dividerlo con più persone.

Carlo Forni: Mondiale in Brasile. Cosa vi aspetta? Quando ci darai i nomi dei convocati e dei titolari?
Marco Bardi: In Brasile ci aspetta una gara come al solito in un mare da decifrare, dove non siamo abituati e servono atleti adatti a queste situazioni. Polivalenti, bene organizzati, determinati nel modo giusto fin da subito. L’errore è spesso quello di credere che chi fa bene in Italia possa farlo dovunque, invece cambia tutto. Da fuori nessuno si accorge delle preoccupazioni e ansie che colpiscono gli atleti che escono dalla loro comfort zone. Quando sei all’estero devi cambiare tanto e questo non è alla portata di tutti. Per qualcuno serve fare almeno qualche esperienza prima di essere più o meno pronto.