Il mimetismo nella pesca in apnea e in mare ha diverse forme e può essere raggiunto in svariati modi.
Più nel dettaglio, si può ottenere un mimetismo assoluto tenendo conto di una serie di aspetti che ci rendono più o meno visibili, o meglio percepibili, ai pesci.
L’aspetto più trattato e più comunemente riconosciuto con il termine mimetismo è quello relativo alla capacità di un essere vivente, pesce, mollusco (cefalopode come i polpi), crostaceo o pescatore in apnea, di mimetizzare la propria immagine con l’ambiente circostante. Nel momento in cui polpi e seppie, piuttosto che scorfani, rane pescatrici e altri animali marini, si mimetizzano con gli scogli e il fondo del mare, adattando sia il corpo, ma soprattutto il proprio colore, al fondale, si presume che questo tipo di capacità mimetica sia efficace nei confronti di altri pesci e predatori marini.
Va però sottolineato che, seppur diversi abitanti marini utilizzino la mimetica per nascondersi dai loro predatori, oppure per risultare invisibili alle loro prede prima di scagliare improvvisamente un attacco (come la rana pescatrice e lo scorfano), il modo in cui gli animali marini vedono i colori e la definizione delle immagini sono diversi da quelli dell’essere umano. Un bel servizio è stato realizzato dal sito Focus.it, dove si confronta come viene percepita una immagine dagli animali marini, rispetto a come la vede un essere umano. E’ evidente dalle immagini del servizio come colori e contorni rilevati dagli occhi dei pesci siano molto meno definiti rispetto a quelli percepiti dall’occhio umano. Per questo motivo nella mimetica in mare si parla anche di scomposizione dell’immagine: poiché i pesci non sono in grado di vedere e rilevare i dettagli, per via del fatto che hanno una vista sfocata, le coperture mimetiche, per esempio delle mute, non necessitano per forza di grafiche dettagliate che ripropongano in modo esatto lo sfondo marino, ma, semmai, devono scomporre le immagini in piccole parti per rendere meno minacciosa la figura del pescatore in apnea. Il pesce vedrà più oggetti di dimensioni ridotte muoversi, anziché una sola immagine grande, come la figura intera del sub.
Ancora, è vero che i colori sono percepiti in qualche modo anche dai pesci, ma è anche vero che sotto determinate profondità mano mano la luce perde i suoi colori (sappiamo che la luce bianca solare è composta da vari colori che spaziano dall’infrarosso all’ultravioletto), che vengono filtrati dall’acqua. Nell’ordine, il rosso è il primo a scomparire, già fra i 5 e 10 metri di profondità, segue l’arancione, che non raggiunge i 20 metri, il giallo che raggiunge massimo i 25 metri di profondità, poi il verde che è presente oltre i 30 metri di profondità, e infine il blu. Non a caso nelle riprese subacquee senza filtri e senza luce artificiale le immagini piano piano tendono al verde e al blu.
Ciò evidenzia anche che, soprattutto in acqua bassa, i colori contano, e nella pesca invernale le mute mimetiche devono tenere conto della scomposizione dell’immagine, ma anche dei colori scelti e adatti al fondale di riferimento.
Nella seconda parte sulla Mimetica ci occuperemo più in dettaglio della vista dei pesci e delle tecniche per mimetizzarsi da parte del pescatore in apnea.
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