Riportiamo qui lo stupendo e istruttivo racconto di Metafuni Giovanni, che descrive bene la battaglia con un grosso tonno di oltre 60 kg. Un battaglia estenuante con un esito dubbio fino alla fine.
Ho sempre ammirato questa potenza della natura con riverito timore. Nella mia vita soltanto per due volte ho avuto l’occasione di poter sferrare un colpo nella speranza di catturarlo, la prima volta fu’ circa 10 anni fà , per quanto era grosso mi fece fare sci nautico per una 30 di secondi portandomi al largo di Santa Maria di Leuca per un paio di centinaia di metri. Ringrazio Dio che si disincagliò l’asta che con l’esiguo arbalete non penetrò del tutto la zona della coda, rimasi stupito di come ridusse con la sola forza del nuoto e della velocità la mia asta in un ” Punto Interrogativo” era cosi piegata da non poterla più riutilizzare.
Questa volta invece sicuro della mia attrezzatura ho voluto riprovare considerato che come peso e come gestione era più fattibile. Ho provato a mirare in una parte vitale ” la testa ” ma ho anticipato il tiro con il mio KATANA 115 di qualche centesimo di secondo e l’asta si è conficcata tra l’opercolo mandibolare e la bocca, una parte assai dura. Non avendo leso alcun punto vitale il tonno ha sfogato, senza risparmiasi, tutta la sua forza guadagnando il fondo che lì degrada sulla sabbia sui 30/35 metri.
Risalito in superficie ho cercato in tutti i modi di chiamare una barca che aveva appena calato le reti ma paradossalmente quando hai bisogno… ero solo a circa 500 mt. dalla riva io e il Tonno e tra me e lui perpetuava un tira e molla continuo. Stremato il tonno riesco a tirarlo su fino a portarlo a circa un paio di metri dalle mie pinne, lui continuava a nuotare sotto di me come un pendolo disegnando cerchi concentrici e intorno alle mie gambe, si era creato una tela con la sagola che cominciava a diventare pericolosa, dovevo uscirne.
Dopo alcuni minuti svincolatomi dalla sagola riesco a prendere l’asta con la mano destra, tiro forte a me la preda sembra stremato non si muove se non solo le branchie affannosamente, voglio provare a con il coltello di porre fine a questa dura lotta. Lo abbraccio letteralmente, vado a prendere il coltello ma… con un colpo di coda si svincola girandosi con la testa indirizza verso di mè l’asta che mi colpisce al pettorale destro e per ” FORTUNA ” dalla parte del “CODOLO” strappandomi la muta e ferendomi lievemente.
Ripresosi inizia di nuovo a riprendere il fondo dando due colpi di coda portentosi che hanno messo a dura prova il sagolino ormai sfiancato anche lui dal tenere una bestia del suo calibro e cede. Vedo il tonno inabissarsi portandosi anche l’asta con se e tutti i miei sogni di gloria di aver pescato un Tonno, da solo, da terra e senza l’aiuto di nessuno… ma alla fine dei conti è come se l’avessi fatto e credetemi… averlo abbracciato è stata un’ emozione unica.
La prossima volta comunque, per esperienza acquisita, non mi azzarderò a tale cattura se non avrò con mè un compagno e un mezzo nautico a disposizione, lo Scombride in questione quando supera i 60 kg va preso con tutte le accortezze necessarie e non va lasciato nulla al caso.Ringrazio Luigi Puretti che raccontandogli l’avventura al telefono mi ha saputo dare alcuni consigli utili nel caso dovessi trovarmi a tu per tu con il Re dei Mari!
Con : Rocco Zompiwww.neossub.it , Katana team Fabio CorlianòDave SpeargunsVito MicalettiMassimo BarbaLuigi RagnoFabio Mauro Tommaso Gallo e se ho scordato qualcuno perdonatemi!