Tiziana Martinelli, un sorriso affascinante e una passione incredibile, ma soprattutto grandi capacità di pesca in apnea . È una delle più forti atlete italiane. Membro della Nazionale Italiana, Tiziana è stata quinta assoluta e migliore delle italiane all’ultimo Campionato Mondiale di Pesca In Apnea ad Arbatax . E’ stata penalizzata da una difficile prima giornata di gara, altrimenti avrebbe potuto puntare al podio, alla fine conquistato completamente dal fortissimo Team spagnolo .
Cambio di sponsor
Dopo tanti anni con Polosub , uno dei più noti produttori di mute su misura a livello internazionale, Tiziana è appena passata a Sigalsub. Anch’essa una azienda italiana, con design e produzione Made in Italy, Sigalsub è focalizzata sulla produzione di arbalete , come i nuovi Nemesis e Nemesis Carbon, meccanismi di sgancio , aste, ogive, mulinelli, testate ed elastici. Ma nell’offerta dei prodotti Sigalsub ci sono anche maschere, torce, pinne e mute.
L’intervista di Gerardo Frustaci
Gerardo Frustaci: Come una ragazza abbia iniziato e si sia avvicinata alla pesca in apnea è sicuramente molto importante considerando che le donne in questo sport sono purtroppo ancora poche. Come è nata la tua straordinaria passione?
Tiziana Martinelli: Ho sempre avuto un feeling speciale con l’acqua. Da piccola i miei genitori portavano me e mia sorella al mar Adriatico per le lunghe vacanze estive. All’età di 4 anni ricevetti in regalo da mio padre le mie prime pinne e la mia maschera . I miei bagni erano infiniti e proprio lì sono nate la mia curiosità e passione per il mare. Mio padre pescava in apnea lungo le scogliere artificiali di Fano (lo fa ancora oggi). Da lui ho appreso le prime nozioni e le sue gesta mi hanno portato ad essere ancora più attratto dal mare.
La mia passione per la pesca si è consolidata durante la prima vacanza all’Isola del Giglio con mio marito, Jacopo Giandominici, nel maggio 2008. Ogni mattina all’alba lui usciva in mare per andare a pescare i dentici ed io, ero già grande amante del mare e stregata dai “predatori” rosa. Lui regolarmente mi riportava i dentici a colazione al posto del più convenzionale cappuccino e croissant. Quindi gli ho chiesto di portarmi con lui. Da quel momento in poi mi ha insegnato tutto quello che sapeva, trasformandomi nel suo compagno di pesca e compagno di vita.
- GF: Sorridi sempre, in ogni foto e la cosa è straordinaria… cosa ti fa arrabbiare nella vita e nella pesca in apnea?
Tiziana Martinelli: Sono una persona positiva e solare, un sorriso è per me l’espressione più semplice e immediata per dire “sono felice”, e poi come si fa a non sorridere quando si va al mare? Al contrario, nella vita di tutti i giorni, mi arrabbio quando faccio qualcosa di sbagliato o ci sono delle ingiustizie. Nella pesca “strappare” un pesce e perderlo… questa è una cosa che mi fa perdere la pazienza!
GF: Quali tecniche preferisci?
Tiziana Martinelli: Agguato e aspetto sono i miei preferiti, anche se mi piace essere versatile adattando la tecnica di pesca alla zona, alle condizioni e al periodo. Da tempo mi dedico ad affinare la tecnica in tana vista la necessità di praticarla durante le competizioni agonistiche.
GF: Dove peschi abitualmente e quali sono i luoghi che ami e che ti hanno affascinato di più, in Italia e all’estero?
Tiziana Martinelli: Di solito frequento le acque dell’Isola del Giglio e del Monte dell’Argentario, due luoghi che mi hanno visto nascere e crescere come pescatrice in apnea e ai quali sono particolarmente legata. Sono una grande amante del Mediterraneo, in particolare delle nostre coste italiane. All’estero ho avuto il piacere di pescare in mari ricchi e difficili partendo da Miami passando per Capo Verde, alle gelide acque del Galles, fino ad arrivare alla grande barriera corallina australiana . Qui è dove abbiamo trascorso un mese a pescare in luna di miele con Jacopo.
GF: Qual è la cattura più eccitante? Ce la puoi racccontare?
Tiziana Martinelli: Isole di Capo Verde – Boa Vista Novembre 2015
Le condizioni oceaniche sconsigliano vivamente di uscire in barca, quindi decidiamo di entrare da terra andando ad esplorare la zona dell’isola diametralmente opposta a quella in cui eravamo.
Ieri Jacopo ha preso un bellissimo Pompano africano e oggi tocca a me…
A bordo del consueto pick-up, veniamo accompagnati in un punto che sembra fare da spartiacque tra due versanti dell’isola che presenta ai lati spiagge bianchissime. La punta è costituita da basse rocce scure che emergono verso il mare aperto.
Il posto è incantevole, non c’è letteralmente nessuno, siamo super privilegiati, tutto questo è solo per noi.
C’è però un problema da affrontare. Entrare in acqua non è per niente facile, onde enormi si infrangono sulla riva, metri e metri di spiaggia vengono improvvisamente invasi da una schiuma bianca accecante, qui il “respiro del mare” è davvero potente. Ci avviciniamo alla battigia, anche l’altezza dell’onda non è incoraggiante. Notiamo però una certa regolarità nel moto ondoso e sembra che ci siano buone possibilità di riuscire a superare i primi trenta metri dalla battigia molto critici, nuotando a tutta velocità.
Arbalete in mano, maschera molto aderente e boccaglio già indossati, pinne ai piedi, guardando l’oceano in cerca di una finestra che mi dia la sicurezza per iniziare la velocissima pinneggiata verso il largo. Ci siamo, decidiamo di partire. Nonostante pnneggi a tutta forza la risacca che spinge ancora verso terra mi tiene ferma sul posto, ma poi cala un po’ e guadagno qualche metro, ma ecco il primo frangente che arriva, giù! Mi tuffo per ridurre l’impatto, quasi mi toglie la maschera dal viso, il fondo è di roccia piatta per fortuna, non urto da nessuna parte, pinne al massimo anche in immersione, riemergo e guadagno qualche metro in più. Dentro di me penso che il peggio sia passato, altri due frangenti mi colpiscono, ma ormai la loro potenza è gestibile immergendomi, l’acqua è più profonda, ancora qualche decina di secondi faticosissimi e sono fuori dalla “lavatrice”.
Pinneggio verso il largo, sempre contrastando la corrente che proviene da est, voglio mantenermi a testa del potente flusso, zona tipica di caccia dei predatori.
Finalmente siamo in zona buona, appena riprendo fiato dalla lunga pinneggiata provo il primo aspetto appostata bene dietro le rocce emettendo un richiamo gutturale ma niente, risalgo. Ci spostiamo di altri cento metri a monte della corrente e riproviamo. Jacopo scende e una volta sul fondo sceglie una nicchia che gli permetta di rimanere alto rispetto alle rocce circostanti in modo che le sue vibrazioni e il richiamo arrivino lontano, l’aspettto è lungo, in lontananza si avvicinano lentamente tre pesci d’argento. Sono super concentrata, mi godo la scena quando vedo Jacopo voltarsi verso la superficie alla ricerca del mio sguardo che subito trova e mi fa cenno di scendere. Nel frattempo i tre pesci si sono avvicinati più vicini, capisco subito cosa fare. Mi immergo immediatamente a delfinetto, polmoni mezzi vuoti e scendo lentissima, i grossi pinnuti rispondono avvicinandosi alla mia sagoma che cade immobile verso il fondo, allineo il fucile e parte il tiro preciso sulla branchia del pesce più grande ed è sci nautico!
Jacopo ridacchia, essere trascinata per una decina di metri con l’acqua che gorgoglia intorno a me è davvero divertente! La fuga è potentissima, mi aggrappo al mulinello senza concedere un metro in più, conscia del fatto che la battaglia è un forte richiamo per gli squali. Dopo pochi secondi, il grosso pesce è nelle mie mani, sono molto felice. Io e Jacopo ci abbracciamo soddisfatti del perfetto lavoro di squadra, ma continuiamo a guardarci intorno costantemente. I racconti del grande tigre che pattuglia la zona ci spingono a tornare subito a terra, visto che siamo a quasi mezzo chilometro dalla costa con un grosso pesce sanguinante tra le mani.
L’oceano non accenna a calmarsi e senza fretta torniamo a casa. Il tassista che ci accompagna dice di non aver mai visto questa specie di pesce così grande. Siamo accompagnati nella bellissima spiaggia di Santa Monica per un bagno. Qui le onde sono leggermente più basse e giochiamo nella bellissima acqua. Una volta in paese, prendiamo un filetto di carne dal pesce grosso e diamo il resto al tassista che lo porterà all’orfanotrofio dell’isola.
Il giorno dopo la scena si ripete e catturo un altro bellissimo African Pompano. “Due a uno” sarà la presa in giro che Jacopo si prenderà volentieri per il resto della breve vacanza. “
GF: Che consiglio daresti alle ragazze che si vogliono avvicinare a questo sport e quali consigli alle Federazioni Italiane FIPSAS e CMAS Internazionale per aiutare le donne in questo sport, sia nella pratica amatoriale che nelle competizioni?
Tiziana Martinelli: Consiglio ad ogni donna o ragazza di avvicinarsi alla pesca in apnea perché amo definirla una disciplina completa. Le caratteristiche principali sono esercizio fisico per mantenersi in forma, esercizio mentale, concentrazione e relax, conoscenza di se stessi e dell’ambiente che ci circonda e, non ultimo, con la pesca in apnea si ha la possibilità di selezionare il pesce da portare in tavola e condividere con i propri cari. Dovremmo sfatare il mito secondo cui le donne non sono adatte alla predazione e metterle semplicemente nelle condizioni di provarci!
Un consiglio per le Federazioni potrebbe essere quello di pubblicizzare la pratica incoraggiando e formando squadre, la Federazione Italiana ad esempio ha creato la squadra femminile nel 2021. Anche in futuro organizzare gare indipendenti del settore maschile.
GF: Dopo tanti anni in Polosub ti unisci a Sigalsub e ti facciamo il nostro più grande in bocca al lupo. Cosa pensi ti riservi il futuro con Sigalsub?
Tiziana Martinelli: Sigalsub , oltre ad essere un’azienda in forte espansione, che sviluppa e produce ogni tipo di attrezzatura per la pesca in apnea , crede e punta molto sul mondo competitivo. Entrare a far parte del Team Sigalsub è sicuramente un grande incentivo per dare il massimo. Polosub è entrata a far parte della mia famiglia. Con Giuliano Tagliacozzo (fondatore e titolare di Polosub) abbiamo una profonda amicizia che va oltre il lavoro e la pesca.
GF: Sei esperto e molto forte, raccontaci il tuo vero “segreto” nella pesca subacquea
Tiziana Martinelli: Amo la pesca in apnea con lo snapper e quando sono nella tecnica dell’aspetto e vedo il pesce avvicinarsi, mi appiattisco sul fondale cercando di scomparire e confondermi ancora di più nel mio appostamento. Proprio come i polpi, cerco di attrarre e stimolare maggiormente la territorialità dei dentici. …di solito funziona!
In ogni caso, per quanto mi riguarda, l’asso nella manica è la passione, io do libero sfogo all’istinto e la determinazione fa il resto.