Massimo Quattrone è un pescatore professionista di grandissime capacità, oggi anche responsabile prodotto dell’azienda Salvimar.
Massimo si ero reso disponibile per quattro chiacchiere su come effettuare, e con quali metodi, i richiami ai pesci predatori. Vediamo cosa ci ha raccontato.
AP Massimo, si parla spesso di richiami ai pesci predatori per farli avvicinare, sono sistemi efficaci?
MQ Certamente, ma solo se utilizzati nel modo e nel momento giusto, oltre che scegliendo il tipo giusto di richiamo.
AP E quale sarebbe il momento e il modo giusto?
MQ Anzitutto il richiamo deve essere fatto quando il pesce predatore, spigola, ricciola, dentice, leccia, non si è accorto del pescasub. In genere, infatti, dovrebbe bastare un rumore minimo per richiamare un predatore, se si è appostati bene. Coperti da uno scoglio, il semplice battito del cuore, possibilmente con la corrente alle nostre spalle rispetto al pesce, è sufficiente ad incuriosire il predatore, che sente qualcosa ma non ci vede, e farlo avvicinare. La corrente alle nostre spalle trasporta le vibrazioni fino al pesce, mentre in caso contrario le allontana. Se il predatore ci ha già visti, in realtà i richiami non hanno più molto senso. Si può notare che con un determinato richiamo il pesce si gira verso di noi, ma poi difficilmente si porta a tiro.
Di seguito il video ripreso dal canale Youtube di PSA nel quali si vede come il dentice cambia direzione con il richiamo, ma non si porta a tiro.
AP E quali sono i metodi di richiamo giusti? Rumore gutturale, bollicina, sbattere il calcio del fucile, digrignare i denti…una bella confusione!
MQ Sono tutti metodi validi e possono dare buoni frutti, però io, sulla base della mia esperienza, ne utilizzo diversi a seconda del pesce che devo richiamare.
Iniziamo dalla spigola, visto che ci avviciniamo al periodo freddo e le prime si stanno riavvicinando alla costa. Sbattere il calcio del fucile è un buon metodo se la spigola non ti ha visto.
Di seguito il video con Massimo Quattrone e un perfetto richiamo alla spigola sbattendo il calcio del fucile.
Se invece ti ha già notato, ma è indifferente, si può ancora provare a rilasciare una bollicina d’aria dalla bocca. Questo richiamo va comunque fatto sempre a buona distanza dal pesce.
Per la ricciola, se non ci ha visti, utilizzeremo il battito dei denti, aprendo e chiudendo la mascella un paio di volte e dando quindi due colpi. Il torace farà da cassa di risonanza e richiamerà il predatore.
Per i difficili e guardinghi dentici, io spesso utilizzo il rumore fatto con la glottide, ma che sia delicato, senza esagerare.
Di seguito il video ripreso dal canale Youtube di Rosario Lopis, dove il dentice viene attratto con richiamo gutturale.
Se il pesce ti ha già visto, invece, non resta che arretrare dalla posizione in cui siamo, che dovrà essere comunque dietro uno scoglio che ci copra bene. Nascondendoci sempre più dietro al nostro riparo, il dentice sarà incuriosito e si avvicinerà.
Anche con il sarago, meno frequente all’aspetto, utilizzo il richiamo con la glottide, mentre con l’orata strofino il calcio del fucile sul fondo.
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