C’è chi inizia a gareggiare da giovanissimo, e chi ci arriva con un percorso più maturo, ma non per questo meno carico di passione. Giovanni Leonardo Carta, 41 anni, atleta della Smeralda Deep Sea Arzachena, rappresenta una delle sorprese più interessanti nel panorama agonistico della pesca in apnea. In pochi anni ha bruciato le tappe, passando dalla seconda alla prima categoria grazie a prestazioni convincenti e a una determinazione alimentata da un legame profondo con il mare della sua terra. Ai prossimi Campionati Assoluti di Gallipoli FIPSAS, Carta porterà con sé l’orgoglio sardo e una voglia genuina di confrontarsi con i migliori.
Apnea Passion Magazine: Quando e come è nata la tua passione per la pesca in apnea?
Giovanni Leonardo Carta: Vivo praticamente con il mare davanti casa. Abito a meno di cinque minuti da Cala Sarraina, una delle perle del nord Sardegna, secondo me non solo tra le più belle dell’isola, ma un vero spettacolo della natura in generale. Crescere in un contesto del genere rende inevitabile, quasi naturale, innamorarsi del mare.

Ho cominciato come tanti, con i primi fuciletti giocattolo e andando a polpi con attrezzature semplici. Poi ho avuto la fortuna di conoscere Sergio Oggiano, un caro amico di famiglia, legato a mio padre. È stato lui a trasmettermi ancora di più l’amore per questa disciplina. Da lì è cominciato tutto: avevo poco più di vent’anni e da allora non ho più smesso di andare sott’acqua, cercando costantemente di migliorarmi.
AP: Quali sono le tecniche di pesca che prediligi e quali sono le prede che ami catturare?
Giovanni Leonardo Carta: Nasci tanaiolo, tanaiolo rimani. La mia tecnica d’origine è la pesca in tana, che sento ancora oggi come la mia vera essenza: razzolare, salire e scendere continuamente, sondare ogni buco, ogni anfratto. È uno stile di pesca che mi rappresenta, fisico e diretto. Le prede che preferisco? Senza dubbio corvine, cernie e saraghi: sono le regine delle tane, le più affascinanti da insidiare in questo contesto.

Negli ultimi anni, però, mi sono avvicinato con grande entusiasmo anche alla pesca all’agguato, soprattutto nella schiuma durante l’inverno. È un tipo di pesca completamente diverso, più tecnico e strategico, e mi diverte tantissimo. Insomma, mi piace variare, ma il cuore resta nelle tane.
AP: Cosa ti spinge a partecipare alle competizioni di pesca in apnea?
Giovanni Leonardo Carta: La mia avventura agonistica è cominciata solo di recente, e a dire la verità non ero neanche convinto di iniziare. Se non fosse stato per il mio presidente di società, Massimo Giagoni, probabilmente non avrei mai partecipato a una gara. È stato lui a insistere, a spronarmi, quasi “stressarmi” (ride), finché non mi sono deciso a provare. Alla fine, gli sono grato, perché il debutto è andato oltre ogni aspettativa: il primo anno ho subito centrato la promozione dalla seconda alla prima categoria.

Oggi posso dire che mi piace davvero tanto gareggiare. È un’occasione non solo per mettersi alla prova, ma anche per conoscere persone nuove, confrontarsi, creare legami. Le gare mi hanno portato fuori dalla Sardegna: sono stato in Puglia, in Sicilia… regioni che forse non avrei mai visitato senza questo sport. È bello scoprire nuovi mari, ma anche nuove persone. Il lato umano, per me, è una parte fondamentale di questa esperienza.
AP: Come ti stai preparando per i prossimi Campionati Assoluti? Hai già avuto modo di conoscere il campo gara?
Giovanni Leonardo Carta: Mi sto allenando tantissimo in acqua. Riesco a entrare 3 o 4 volte a settimana, grazie anche al fatto che lavoro in cantiere e riesco a staccare intorno alle 16:30. Alle 17:00 ho già la muta addosso e vado in mare fino a sera. Il fine settimana, poi, è completamente dedicato alla pesca: sabato e domenica sto in acqua anche 7-8 ore. È faticoso, ma lo faccio con passione e convinzione.

Per quanto riguarda i campi gara, non li conosco ancora in modo approfondito. Dalle informazioni raccolte, credo che quello a nord sia il più ostico, soprattutto per le profondità impegnative. Ma cercheremo di adattarci al meglio. Il mare cambia, ma l’approccio mentale e la preparazione possono fare la differenza.

AP: Un tuo pronostico: i primi cinque atleti, in ordine sparso, del prossimo Assoluto
Giovanni Leonardo Carta: Vado subito con un pronostico… ironico: primo io! (ride) Ma tornando seri, vedo in cima alla classifica nomi forti e affermati. Il mio favorito per la vittoria è senza dubbio Fabio Dessì, un altro sardo che stimo moltissimo. Subito dopo metto due campioni del calibro di Giacomo De Mola e Luigi Puretti. Completano la mia top five Luca Vallicelli e… diciamo, me stesso al quinto posto! Sarebbe un risultato eccezionale, ma sognare non costa nulla.
AP: Leo tu fai parte del team abyssub, descrivici cosa ti ha colpito di più di questi prodotti
Giovanni Leonardo Carta: Con Christian, il proprietario di Abyssub, oltre a una solida collaborazione professionale, c’è un rapporto di amicizia che dura da anni. L’ho conosciuto proprio grazie alle mute, e ti dico la verità: appena ho indossato la prima, ho capito subito che facevano al caso mio. Da allora ho ricevuto proposte da altre aziende, anche interessanti, ma ho sempre rifiutato. Per me, la muta è l’elemento fondamentale per entrare in acqua con il giusto comfort e sicurezza. Una muta su misura, realizzata bene, fa davvero la differenza.
E Christian le sa fare davvero bene. Posso affermarlo con certezza: in dieci anni non ho mai dovuto far modificare neppure una cucitura, un dettaglio, nulla di nulla. Sono sempre state perfette, fin da subito.
In più, in occasione di ogni Campionato, mi mette a disposizione una muta nuova. Io lascio completamente a lui la scelta: non mi interessano i colori o i dettagli estetici, mi fido di ciò che decide di fare per me. E poi, è anche una ditta sarda, e da sardo mi fa piacere sostenere realtà della mia terra, anche perché non sono uno che si sposta molto.
Un altro aspetto che apprezzo tantissimo di Christian è che è un ragazzo sempre aggiornato: lavora costantemente su materiali e soluzioni innovative, e spesso mi fa testare in anteprima le novità.




 
			 
		