E’ la prima della sua tipologia, con sistema “Frameless“, imitata da molti, fino ad oggi;la più amata a livello Mondiale. Vediamo se la Micromask merita ancora questo titolo!

In breve

La Micromask è la prima fra le maschere testate ad essere stata realizzata con sistema “Frameless“, studiato per renderla compatta, ma sopratutto per avvicinare le lenti agli occhi, ed ottenere maggiore campo visivo e volume interno ridotto. 

Le lenti hanno forma a goccia rovesciata e, nonostante siano molto ampie per la massima visibilità, la maschera ha una compattezza notevole, oltre ad una qualità costruttiva di altissimo livello. La maschera appare molto simile alla Seac M70, o piuttosto il contrario, visto che la Micromask è “nata” prima. Il telaio incollato a lenti e facciale mantiene una altezza importante anche fra le due lenti in modo da poter garantire resistenza a rottura e ridurre la flessione.

Il silicone, nero, risulta lucido sia nella superficie interna che quella esterna. Manca quindi la soluzione opaca per evitare eventuali riflessi di luce sulla superficie esterna, che potrebbero in teoria allertare i pesci, e interna, in modo da scongiurare riflessi di luce sugli occhi.

La cinghia posteriore è tradizionale, ma molto interessanti sono gli attacchi, direttamente sul telaio, con sistema “Cardanic Joint“, molto ben fatto, che permette una rotazione sia in alto che in basso, sia internamente che esternamente, per un posizionamento ottimale fra maschera e cinghia. I due pulsanti di regolazione micrometrica del cinghiolo, in posizione contrapposta, sono molto comodi e di facile utilizzo.

 

Ricordiamo che con questo tipo di maschera “Frameless” le lenti graduate si possono montare, ma solo con il sistema ad incollaggio, che richiede comunque costi maggiori rispetto a quello con sostituzione integrale delle lenti, possibile solo con maschere con telaio esterno smontabile.

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Prova in mare

La compattezza della maschera e la comodità sul viso sono estremamente valide. L’appannamento delle lenti nuove c’è, seppur non elevato, a dimostrazione che in fase di costruzione le lenti si sporcano leggermente di silicone. Basta comunque trattarle bene internamente con un accendino o con della pasta leggermente abrasiva, tipo dentifricio, e il problema è facilmente risolvibile. Basta ricordarsi di farlo quando la maschera è nuova, indossandola per la prima volta.

La Micromask sul viso mostra un limite che può essere importante, almeno per alcuni volti e per chi ha le ciglia più lunghe, e cioè il fatto che le ciglia toccano leggermente le lenti. Questo aspetto è comune, ed è già stato evidenziato, con la Seac M70. La maschera andrà quindi provata bene in negozio per verificare se questo problema esiste sul nostro particolare volto. Il silicone della Micromask è più morbido rispetto alla M70. Questo aspetto da un lato rende la Micromask più comoda, ma dall’altro tale silicone più morbido non permette di limitare il problema del contatto lenti-ciglia, soprattutto alle alte profondità dove la maschera tende a schiacciarsi sul viso.

Durante la prova in mare il campo visivo è apparso veramente ampio, fra i migliori delle maschere testate, senza avere alcun minimo punto cieco. Anche il volume interno percepito è estremamente ridotto, con necessità di compensare la maschera veramente ridotta.

Misura del volume interno

Ancora una volta si è proceduto, come per le precedenti maschere provate, alla misura del volume interno della maschera, tramite testa di manichino standard in polistirolo e siringa graduata da 60 ml. La prova è stata fatta stringendo il laccetto posteriore bene, ma senza esagerare, un poco come per la Seac M70, per via del contatto delle ciglia con le lenti, situazione che non permette di stringere il laccetto quanto su altre maschere. Con tre misure effettuate, il valore medio del volume interno misurato è stato pari a 96 ml (equivalenti a 96 cc), un valore eccezionale, che posiziona la Micromask appena dietro al Salvimar Noah. In questa misurazione va comunque sottolineato un margine di errore di +-2 ml.

Misura del campo visivo

Anche per la Technisub-Aqua Lung Micromask si è proceduto alla misurazione scientifica del campo visivo. La metodologia è stata sempre quella di utilizzare una telecamera GOPRO per effettuare degli scatti fotografici, posizionando la telecamera in un incavo nel manichino, in modo tale che la lente della GOPRO fosse posizionata in corrispondenza dell’occhio del manichino stesso. Dallo scatto effettuato si è misurato il campo visivo nelle direzioni dei 4 punti cardinali e degli altrettanti punti intermedi.

Il risultato è notevole, con grandissimo campo visivo verso il basso, grazie alla forma delle lenti a goccia rovesciata. I risultati numerici ottenuti sono:

Nord: 65, Nord-Est: 70, Est: 55, Sud-Est: 50, Sud: 90, Sud-Ovest: 70, Ovest: 70, Nord-Ovest: 70, per un voto complessivo pari a 545.

Voti finali

La Micromask era il punto di riferimento per le maschere di primo livello, in particolare per la pesca in apnea. Oggi, il prodotto della Technisub, parte del Gruppo Aqua Lung, è ancora una delle maschere meglio realizzate e più efficaci per campo visivo e volume interno. Peccato il limite delle lenti che possono toccare le ciglia. In quel caso, il comfort si ridurrà sensibilmente, mentre se sul viso del pescatore in apnea il problema non si presenterà, la Micromask risulterà una ottima scelta.  La tabella voti sintetizza i risultati generali.