Quarta maschera della rubrica raggi X è la famosa maschera della linea Umberto Pelizzari, la UP-M1.
Prime impressioni
Telaio classico, a differenza delle prime tre maschere testate, la Salvimar Noah, la Seac M70 e la Mares Viper, che invece utilizzano un innovativo sistema di incollaggio diretto del telaio a facciale e lenti. La stessa maschera è offerta anche nella versione UP-M1C, con l’innovativo e molto estetico telaio in fibra di carbonio. La soluzione a telaio smontabile permette certamente una facile sostituzione delle lenti con lenti graduate, disponibili nell’offerta Omer. E’ anche vero che oggi si effettua la correzione visiva anche attraverso incollaggio delle lenti graduate sulle lenti originali, con risultati ottimi. Un centro particolarmente valido in Italia e l’Ottica Berti. Certamente la soluzione tradizionale è esente dal rischio di scollamento che è possibile sulle maschere con facciale-lenti-telaio incollati.
La maschera risulta molto compatta, con un design aggressivo. Le caratteristiche principali alle quali ha puntato Omer, in collaborazione con Momo Design, azienda all’avanguardia che ha curato tutto il design della linea UP, sono state il ridotto volume interno, l’ampio campo visivo e una conformazione e morbidezza particolare della sede del naso per poter effettuare al meglio la compensazione. Inoltre, non vi sono punti di contatti fra l maschera e la fronte, ed esiste uno specifico tappanaso da posizionare sulla maschera che permette la compensazione della maschera stessa senza dover portare le mani al naso.
Il silicone del facciale è opaco esternamente, ma non internamente. Le fibbie ergonomiche con regolazione micrometrica sono collegate al facciale e non direttamente al telaio, quindi la soluzione è quella più classica. Il silicone è estremamente morbido, soprattutto nella zona del naso.
Prezzo on-line
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Prova in mare
La UM-P1 è realizzata con un silicone estremamente morbido e piacevole al tatto. La soluzione di tenuta del profilo è classica con labbro interno. La sensazione sul volto è di ottimo comfort, con la maschera che può essere avvicinata al volto quanto si vuole senza avere effettivamente punti di contatto su fronte o naso. Estremizzando l’avvicinamento della maschera, il contatto avviene in modo contemporaneo e uniforme tutto intorno agli occhi, mostrando una corretta progettazione. Il limite eventualmente arriva prima dal fatto che, un eccessivo avvicinamento delle lenti comporta, evidentemente, il contatto dell ciglia con le lenti.
La visibilità, per via soprattutto della soluzione a telaio smontabile classico, ma anche di lenti non grandissime, è certamente buona, ma non offre la luce delle migliori, cioè Seac M70 e Salvimar Noah. Posizionando la maschera sul viso e durante il test in mare non si evidenziano particolari punti morti, semmai una minore luce in generale.
La tenuta della maschera è ottima e la sensazione sul viso estremamente confortevole. I segni lasciati dal facciale sulla pelle dopo 4 ore di pesca sono minimi.
Misura del volume interno
Il volume interno è stato, nel lancio della UP-M1, uno degli aspetti chiave e maggiormente comunicati da Omer per promuovere il prodotto. La compattezza della maschera in generale fa pensare ad un volume interno molto ridotto. Utilizzando sempre lo stesso identico procedimento applicato alle altre maschere, abbiamo misurato il volume interno dell UP-M1 utilizzando una siringa da 60 ml. Di seguito il video di una delle prove (se ne sono effettuate 3 per avere certezza del risultato, e lo scarto è di 1-2 ml massimo).
Il risultato finale si attesta su 92 ml (cc), un valore record e migliore di quanto dichiarato dalla stessa Omer, di 99 cc. La differenza rispetto ai valori Omer dipende in gran parte dal tipo di manichino utilizzato.
Misura visibilità
La misura della visibilità, o campo visivo, è un altro aspetto importante per una maschera, ed è stato indicato da Omer come uno dei punti forti della UP-M1. Certamente l’utilizzo della soluzione tradizionale può limitare questo aspetto. E’ infatti evidente come il telaio smontabile allontani leggermente le lenti dal viso, circa 4 mm rispetto ai 2 mm di maschere come la Seac M70 e la Salvimar Noah, ma soprattutto vada a creare un bordo di copertura del silicone del facciale rispetto alle lenti di quasi due millimetri.
Ciò determina un restringimento dell’area utile delle lenti di circa due millimetri lungo tutto il loro perimetro. Se pensiamo che le lenti hanno misure di circa 4,5 cm x 5 cm, ci rendiamo conto che la riduzione (4 mm per ognuna delle due lunghezze) è pari a circa l’8%, non poco.
Abbiamo applicato, come per Noah, M70 e Viper, il sistema di misurazione del campo visivo tramite scatto fotografico con GOPRO 3 e sistema wifi, controllato tramite telefonino. I parametri di posizione del manichino e della maschera rispetto al bersaglio sono chiaramente stati mantenuti identici a quelli utilizzati per le altre maschere.
Dall’analisi dell’immagine della GOPRO, il campo visivo della UP-M1 non è all’altezza delle migliori maschere con telaio incollato, ma offre comunque buona visibilità per una maschera con telaio tradizionale. Non vi sono inoltre punti morti particolari, anche se nella vista in alto e centrale i valori di visibilità sono abbastanza ridotti rispetto alle migliori maschere. In conclusione il valore finale della misurazione è:
Nord: 55, Nord-Est: 55, Est: 55, Sud-Est:50, Sud: 55, Sud-Ovest: 55, Ovest: 65, Nord-Ovest: 80, per un voto complessivo pari a 470, inferiore rispetto alla prima della classe, la Seac M70, prima nel campo visivo con 560 punti, e anche rispetto alla Salvimar Noah (530 punti), ma migliore della Mares Viper (450 punti).
Voti finali
La Omer Umberto Pelizzari UP-M1 è un prodotto interessante, con grandissimo comfort sul viso e eccellente tenuta stagna. Il volume interno è imbattibile, migliore anche delle maschere con telaio “frameless”, mentre il campo visivo risulta più distante dai migliori, ma certamente valido fra le maschere con telaio smontabile tradizionale. Questa soluzione rende inoltre facilmente montabili lenti ottiche, e scongiura la possibilità di scollaggio del facciale dalle lenti e dal telaio, situazione che determinerebbe l’inutilizzabilità definitiva della maschera. La tabella votisintetizza quanto descritto.
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