Sono ben 14 le maschere Cressi per la pesca in apnea. La Nano punta al massimo della compattezza a fronte di un grande campo visivo.
In breve
La Nano, al contrario di molte maschere testate nella rubrica “Ai Raggi X”, non ha un sistema di incollaggio telaio, lenti, facciale, ma è realizzata in modo tradizionale, con sistema scomponibile nelle tre parti. Molto interessante e abbastanza unico il facciale, realizzato con ampio sfruttamento di spessori differenziati e venature per variare le rigidità delle varie zone. Le venature sono quindi presenti sia lateralmente, ai lati delle lenti, quattro nella parte interna e una più spessa nella parte esterna del facciale, sia sulla parte frontale, internamente al facciale.
Interessante anche lo spessore ridotto del profilo del facciale, sia nella zona fronte, che nella zona naso, in modo da adattarsi meglio al volto e risultare anche più confortevole.
Il silicone risulta lucido sia nella superficie interna che quella esterna, mentre la colorazione è nera con un effetto metallizzato. Sono poi disponibili colorazioni diverse di alcuni inserti del telaio, ed anche un facciale di colore verde.
La cinghia posteriore è collegata a dei triangoli in gomma dura integrati con il telaio, una soluzione unica realizzata da Cressi. Tale soluzione permette di avere un collegamento semirigido con il telaio. In questo modo si ottengono due risultati: il primo è quello di evitare il collegamento della cinghia con il facciale, soluzione che tende a deformare quest’ultimo e generare facilmente ingressi di acqua nella maschera, il secondo è quello di ammorbidire un poco tutta la struttura che va a tirare il telaio, che in questo modo evitare di deformarsi, situazione che nuovamente porterebbe all’ingresso di acqua nella maschera.
Le lenti sono inclinate verso il basso di 17° per una maggiore visibilità verso il basso. E’ infatti vero che il pescasub tende ad avere mediamente una visione più rivolta leggermente verso il basso che perfettamente orizzontale. Le lenti inclinate aiutano quindi molto durante la fase di perlustrazione dei fondali dalla superficie. Le lenti sono disponibili anche nella versione specchiata, atta a rendere più definiti i contorni delle immagini, come nel caso della maschera in prova. In realtà questa soluzione ha senso solo con molto luce, quindi giornate soleggiate e profondità non eccessive. Nelle pescate fatte nel test in mare, mediamente oltre i 15 metri, in realtà tale soluzione non ci ha convinti molto. La costruzione smontabile di telaio, lenti e facciale permette il montaggio molto agevole di lenti graduate. Ciò è possibile anche per maschere con lenti, telaio e facciale incollati, ma a costi molto maggiori, visto che la lente graduata viene in pratica incollata sulla lente originale. Certamente questa seconda soluzione permette anche la correzione dell’astigmatismo, oltre alla miopia, cosa che con le lenti graduate preconfezionate non è possibile. Un esempio di tali lavori si trova da Ottica Berti.
Prova in mare
Il primo aspetto rilevato nella prova in mare e da sottolineare è la totale assenza di alcun appannamento delle lenti anche senza dover effettuare un trattamento iniziale di pulitura (accendino, dentifricio, ecc), ma semplicemente passando le lenti con la saliva. In tante prove nessuna maschera ha mostrato questa totale pulizia delle lenti (l’appannamento avviene perchè parte del silicone si deposita all’interno delle lenti in fase di montaggio.
La Nano aderisce molto bene al viso e il silicone del facciale offre un ottimo comfort senza risultare troppo morbido, diremmo la rigidità ideale. I segni sul viso dopo 4 ore di pesca sono molto limitati grazie agli spessori differenziati del silicone.
Nella regolazione del cinghiolo, risultano un poco scomodi i punti di collegamento dello stesso ai passanti in plastica, che una volta sganciati sono difficili da rimontare. Le fibbie di regolazione micrometrica funzionano bene, ma il sistema di sgancio con sollevamento della linguetta di blocco è meno pratico perchè non permette di calibrare in modo moderato la lunghezza del cinghiolo quando lo si vuole allentare. Preferibili i sistemi con due pulsanti, come la Seac M70 e la Salvimar Noah.
Impressionano volume interno e campo visivo su una maschera con struttura a telaio classico scomponibile. Le compensazioni della maschera sono infatti limitatissime, mentre il campo visivo è ottimale, con nessun punto morto. Ruotando gli occhi a 360 gradi il limite dato dalla maschera alla visuale e ridottissimo, quasi impercettibile in ogni direzione.
Misura del volume interno
Ancora una volta si è proceduto, come per le precedenti maschere provate, alla misura del volume interno della maschera, tramite testa di manichino standard in polistirolo e siringa graduata da 60 ml. La prova è stata fatta come sempre stringendo molto bene il laccetto posteriore, anche perchè nella prova in mare non si è rilevato alcun contatto delle ciglia con le lenti, per cui non abbiamo limitato la possibilità di stringere la maschera al volto. Con tre misure effettuate, il valore medio del volume interno misurato è stato pari a 100 ml (equivalenti a 100 cc), un valore eccezionale per una maschera a costruzione tradizionale. Si pensi infatti che la Omer UP-M1, anch’essa con telaio smontabile, ha ottenuto il valore, comunque molto buono, di 101 ml. In questa misurazione va comunque sottolineato un margine di errore di +-2 ml.
Misura del campo visivo
Anche per la Cressi Nano si è proceduto alla misurazione scientifica del campo visivo. La metodologia è stata sempre quella di utilizzare una telecamera GOPRO per effettuare degli scatti fotografici, posizionando la telecamera in un incavo nel manichino, in modo tale che la lente della GOPRO fosse posizionata in corrispondenza dell’occhio del manichino stesso. Dallo scatto effettuato si è misurato il campo visivo nelle direzioni dei 4 punti cardinali e degli altrettanti punti intermedi. I risultati numerici ottenuti sono:
Nord: 70, Nord-Est: 70, Est: 50, Sud-Est: 50, Sud: 80, Sud-Ovest: 60, Ovest: 60, Nord-Ovest: 70, per un voto complessivo pari a 510.
Conclusioni
I risultati delle Cressi Nano sono realmente inaspettati, e dimostrano come una maschera con costruzione tradizionale può avere comunque qualità di campo visivo e volume interno estremamente valide. Non solo, qualità costruttiva e soluzioni tecniche sono molto interessante, e probabilmente hanno minori criticità delle maschere incollate. Manca qualche dettaglio legato in modo specifico alla pesca in apnea, come l’opacizzazione del silicone interno ed esterno, mentre il sistema di regolazione del cinghiolo e i relativi passanti potrebbero essere un poco migliorati.